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ILIADE CONTENUTI E STRUTTURA

Priamo si accorge che per i Troiani non c'è più scampo e dà ordine di aprire le porte della città affinchè i fuggiaschi possano salvarsi. Ettore, solo, fronteggia con coraggio Achille in un terribile duello, ma soccombe di fronte alla forza del guerriero acheo e al volere del Fato. Ucciso Ettore, Achille fa scempio del suo cadavere trascinandolo per tre volte, legato al suo carro, intorno alle mure di Troia, sotto gli occhi di Ecuba e Priamo. Questi, distrutto dal dolore, si reca nella tenda di Achille con ricchi doni per riscattare il cadavere del figlio e dargli una degna sepoltura. Achille, commosso dalle parole di Priamo che gli ricorda il vecchio padre Peleo, accetta la richiesta e si intrattiene con lui in un banchetto ospitale. Le solenni onoranze funebri in onore di Ettore chiudono il poema.

Durante il decimo e ultimo anno di guerra, mentre gli achei sono accampati sulla spiaggia di fronte a Troia (Ilio) che resiste all'assedio, tra il valoroso Achille, capo dei mirmidoni, e Agamennone, il comandante della spedizione, scoppia un'aspra contesa: Agamennone pretende che gli venga data Briseide, schiava di Achille, in sostituzione della sua schiava Criseide che è costretto a restituire al padre Crise, sacerdote di Apollo, per far cessare una terribile pestilenza scatenata dal dio nel campo acheo. Achille, sconvolto dall'ira, accetta e si ritira nella sua tenda rifiutandosi di continuare a combattere. Si lamenta poi dell'affronto subito con la madre, la dea marina Teti, che prega Zeus di vendicare il figlio favorendo i troiani.

I personaggi dell'Iliade sono uomini e dei. Gli uomini hanno qualità fisiche e morali fuori del comune, tanto da apparire sovrumane. Gli dei, pur essendo immortali e dotati di poteri soprannaturali, presentano caratteristiche umane, come vizi, qualità, passioni e sentimenti. Gli eroi greci.

  • Achille: figlio di Pelèo e della ninfa Teti, è considerato il più forte tra i guerrieri che combattono a Troia. È quasi invulnerabile, è un semidio con un solo punto debole: il tallone. Appena nato infatti venne immerso nelle acque di un fiume sacro, lo Stige, in grado di donare l'invulnerabilità e l’unica parte che non venne toccata dalle acque fu proprio il tallone. Sceglie una vita breve, ma gloriosa per essere ricordato in eterno.
  • Agamennone: figlio di Atreo, re di Argo e di Micene, fratello di Menelao. È il capo supremo della spedizione degli Achei. Si dimostra spesso avido, prepotente ed irascibile.
  • Menelao: re di Sparta, marito di Elena e fratello di Agamennone. Per vendicarsi del rapimento della moglie da parte del principe troiano, si rivolgerà al fratello chiedendogli di accompagnarlo con il suo esercito a Troia. Nel III libro si scontrerà contro Paride, che si salverà grazie ad Afrodite.
  • Patroclo: amico di Achille, dal carattere gentile in netto contrasto con i classici eroi greci aventi come unica virtù la forza. Nel XVI libro indossa l'armatura di Achille, per seminare il terrore nel campo nemico, poichè Achille arrabbiato con Agamennone, si ostina a non tornare nel campo di battaglia. In questa occasione Patroclo verrà ucciso da Ettore e spogliato delle sue armi.
  • Ulisse o Odisseo: astuto e ingegnoso. Famosissimo per aver fatto entrare i greci dentro le mura di Ilio con inganno del Cavallo di legno, nel VII libro tenterà di far tornare in campo, invano, assieme a Diomede, l'amico Achille.
  • Aiace Telamonio: cugino di Achille e valido combattente, distinto per coraggio e forza. Si toglie la vita a seguito di un evento drammatico: essendo il più forte dopo la morte del cugino, toccherebbero a lui le armi ma i capi decidono di consegnarle all'astuto Ulisse, scatenando così l'ira ma anche il dolore di Aiace.
  • Diomede: re di Tirinto, è audace e coraggioso, tanto che ferisce anche Ares quando interviene nel duello tra lui ed Enea.
  • Elena: figlia di Zeus e Leda, è bellissima, amata ma anche molto odiata perché le viene data la colpa di aver causato la guerra fra Achei e Troiani. Viene rapita da Paride.
Gli eroi Troiani:
  • Ettore: figlio di Priamo, re di Troia, e fratello di Paride, sposato con Andromaca, dalla quale ha ricevuto il piccolo figlio Astianatte. Il suo patronimico è Priamide: è coraggioso, combatte per la patria e per il proprio orgoglio. Uccide Patroclo, e molti altri eroi greci. Alla sua morte il suo corpo viene orrendamente sfregiato. È la più nobile figura del poema.
  • Paride: figlio di Priamo; è la causa principale della guerra, avendo donato, secondo la leggenda, la mela d’oro ad Afrodite, la quale, per dimostrargli la propria gratitudine, gli dona l’amore di Elena, moglie di Menelao. Nel III libro si scontra contro Menelao, dimostrandosi un codardo e immaturo.
  • Priamo: re di Troia, padre di molti figli. È un re saggio, ma il suo destino è molto triste: vedrà infatti cadere quasi tutti i suoi figli per mano del nemico e la sua città.
  • Adromaca: moglie di Ettore. Per mano di Achille ha perduto il padre e i fratelli. Perderà ora anche il marito e resterà sola con il figlioletto Astianatte.
  • Cassandra: sacerdotessa figlia di Priamo, ha, come tragico destino, quello di non essere mai creduta pur sapendo prevedere il futuro. Chiede ai troiani di non far entrare il cavallo in città inutilmente.
  • Ecuba: è la moglie di Priamo dal quale ha avuto diciannove figli. È una regina gentile e saggia.
  • Briseide: è una principessa di Lirnesso, figlia di Briseo, un sacerdote di Apollo. Durante la guerra di Troia, Achille riesce a catturarla e la prende come schiava e amante dopo aver ucciso il marito di lei, Minete, re di Cilicia.
  • Enea: nell’Iliade ha un ruolo secondario , spesso aiutato da sua madre Afrodite. Sarà poi il protagonista dell’Eneide.
Divinità in favore degli Achei
  • Era: moglie e sorella di Zeus, prima donna dell’Olimpo. Dea del matrimonio e delle leggi sacre, patrona della famiglia e aiuto nei parti. È schierata a favore degli Achei, perché è stata profondamente offesa da Paride (figlio del re troiano Priamo), quando ha dato la mela d’oro ad Afrodite.
  • Atena: figlia di Zeus, dea della saggezza, della sapienza, delle arti manuali e della guerra strategica. Protegge gli Achei essendo stata anche lei offesa da Paride.
  • Poseidone: Dio del mare dei terremoti e maremoti è a favore degli Achei per un'antica offesa ricevuta da Priamo.
  • Teti: ninfa del mare, moglie di Peleo e madre di Achille. Protegge il figlio ogni qualvolta se ne presenti la necessità.
  • Efesto: Dio del fuoco. Su richiesta di Teti che lo aveva allevato, forgia per Achille delle splendide armi.
Divinità in favore dei Troiani
  • Afrodite: Dea della bellezza, della fertilità e dell’amore. Madre di Eros (padre Efesto), dio dell’amore. Moglie di Efesto e amante di Ares. Protegge i troiani perché Paride le ha assegnato la mela d’oro, proclamandola la più bella di tutte le dee. È la madre dell’eroe troiano Enea, nato dalla sua unione con Anchise.
  • Ares: Dio della guerra, figlio di Zeus e di Era. Amante di Afrodite. Nell’Iliade viene ferito da Diomede, guerriero greco dotato di una forza sovrumana.
  • Febo: Dio del Sole, della poesia, della musica e della medicina. Figlio di Era e di Zeus. Non fu mai molto fortunato in amore. Nella guerra tra greci e troiani è ostile al popolo greco perché Agamennone ha offeso il sui sacerdote Crise, padre della sacerdotessa Criseide. Pur essendo il protettore di Ettore, nel duello finale contro Achille lo abbandona, perché la sua fine era ormai stata decisa dal Fato.

Iliade significa "vicenda di Ilio", scritta mescolando leggende e ricordi di un lontano passato tramandati di generazione in generazione da poeti-cantori detti aedi o rapsodi che vagavano di città in città a cantare le imprese degli eroi e degli dei. E' un poema in 24 canti, costituito da 15.696 versi, che narra gli ultimi cinquantun giorni della guerra combattuta dagli achei (i greci) contro Ilio (nome greco della città di Troia).

I duelli tra Achei e Troiani continuano, infatti si sfidano Paride e Menelao e il vincitore otterrà per sè Elena ponendo fine alla guerra; Paride ha la peggio, ma si salvò grazie all' aiuto di Afrodite che lo avvolse in una nube. Diomede, invece, ferisce Enea e colpisce gli dei accorsi in aiuto dei Troiani. Ettore combatte contro Aiace Telamonio. Il loro duello è interrotto dalla notte. Si approfitta dell'oscurità per la sepoltura dei morti e la costruzione da parte dei greci di un fossato e di una parete dinanzi al loro campo davanti alle navi. Il mattino seguente la bilancia tende in favore dei Troiani, infatti, questi prendono il sopravvento grazie ad Ettore. Mentre Agamennone propone ancora una volta di abbandonare l'assedio, Poseidone infonde fiducia ai greci ed Era gli permette di ristabilire le loro sorti in battaglia ed Ettore viene ferito. Quando Zeus si sveglia è furioso con Era per le sorti della battaglia capovolta ed dice a Poseidone di ritirarsi dal campo di battaglia. Curato da Apollo, su suggerimento di Zeus, Ettore semina il panico nelle file greche. Gli Achei lottano disperatamente ma i Troiani sconfiggono ripetutamente i loro avversari respingendoli fino alle loro navi.

La struttura E’ stata tradotta da Vincenzo Monti. Presenta scene potenti e altre commoventi. Sono tanti i letterati a dubitare che la guerra di Troia sia stata davvero combattuta. La città di Troia era detta anche Ilio perché era stata fondata da Ilo. La guerra di Troia ha rappresentato lo spunto per molti poemi, detti “Poemi del Ciclo Troiano” o “Poemi Ciclici, tra i quali il più grande è senza dubbio l’ Iliade. Nell’ Iliade Omero vuole evidenziare le imprese degli eroi e mettere sullo sfondo gli episodi della guerra. I poemi omerici suscitarono discussioni e dubbi tra gli studiosi sull’ esistenza di Omero dividendoli in tre gruppi: chi credeva che Omero soltanto avesse scritto l’ Iliade e l’Odissea (l’Iliade da giovane e l’ Odissea da vecchio);chi credeva che l’Iliade e l’Odissea fossero state scritte da Omero e un autore diverso; chi credeva che l’Iliade e l’Odissea fossero state scritte da autori diversi che scrissero ognuno canti epici tramandati da molto tempo oralmente e poi messi insieme da uno di loro. L’Iliade presenta uno stile particolare che ha lo scopo di mantenere viva l'attenzione dell'ascoltatore, aiutandolo ad immaginare le scene raccontate e coinvolgendolo nelle vicende dei suoi eroi. Pertanto troviamo molto spesso la presenza di: epiteti; aggettivi fissi, riferiti a personaggi, animali o cose; formule fisse, uguali per ogni personaggio, che giungono ad occupare anche un intero verso; patronimici, ossia nomi dei personaggi accompagnati dal nome del padre con il suffisso –ide; similitudini, ossia paragoni ricchi di particolari che servono a rappresentare in modo più efficace azioni, situazioni e personaggi.

Cantami, o diva, del Pelìde Achille L’ira funesta che infiniti addusse Lutti agli achei , molte anzi tempo all’orco Generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l’alto consiglio s’adempia ) , da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de’ prodi Atride e il divo Achille Ispirami a cantare, o Dea, l'ira portatrice di dolore di Achille, figlio di Peleo, che arrecò infinite sofferenze ai Greci: trascinò nell’oltretomba molte anime nobili di eroi morti prematuramente ed abbandonò i loro corpi perché diventassero pasto orribile di cani e uccelli (Veniva così compiendosi la suprema volontà di Giove), da quando, all’inizio, una lite accanita divise Agamennone, figlio di Atreo, il re dei valorosi guerrieri Achei, e il divino Achille.

Dopo che l'esercito acheo sta per essere distrutto e le navi incendiate, Patroclo, il più caro amico di Achille, lo supplica perché gli permetta di scendere in battaglia indossando le sue armi, sicuro di seminare il terrore tra i nemici facendosi credere Achille.Nella terrificante armatura dell'amico, Patroclo fa strage di troiani e, dimenticando ogniprudenza nell'esaltazione della lotta, affronta Ettore, che lo uccide e lo spoglia delle armi.Disperato per la morte dell'amico e deciso a vendicarlo, Achille torna in battaglia conindosso nuove armi fabbricate per lui dal dio Efesto e semina morte fra i nemici.Si riconcilia con Agamennone che gli restituisce Briseide.

I FUNERALI di ETTORE L’eroe Achille diede il cadavere al re Priamo e concesse dodici giorni di tregua, dopo i quali la guerra sarebbe ricominciata. Priamo e il messaggero Ideo guidarono il carro sul quale era posto il cadavere di Ettore fin dentro la città di Troia, senza che nessuno si accorgesse che il corpo senza vita sul carro fosse quello di Ettore. Cassandra, invece, lo intuì e cominciò a gridare. La gente si raccolse attorno al carro , dove Andromaca, Ecuba ed Elena giunsero per prime per manifestare il proprio dolore. Il re Priamo, piangendo, ordinò ai troiani di raccogliere molta legna. Per 9 giorni il popolo si dedicò alla raccolta, fino all’undicesimo nel quale il cadavere di Ettore fu posto in cima alla catasta di legno e vi fu dato fuoco. I troiani si riunirono intorno al rogo piangendo e ricordando le imprese dell’eroe. Quando anche l’ultima fiamma fu spenta essi raccolsero le ceneri riponendole dentro un’urna d’oro. Così fu onorata la sepoltura di Ettore.